La casa del viaggiatore è un luogo mancato e quando ci penso mi viene da imprecare; perché ero già stato in questo paese, e proprio nella stessa strada, per un’altra esplorazione e non mi ero accorto che anche un’altra casa, quasi confinante, era in totale stato di abbandono. Sarebbe bastato drizzare le antenne e fare attenzione, ma quando si torna nel mondo libero e termina l’apnea urbex capita di essere deconcentrati. Sul nome ho qualche perplessità perché di primo acchito l’avrei chiamata del tifoso granata per via di una foto autografata del Toro stagione 1986/87 e proprio in quell’annata, per certi versi maledetta, feci il mio esordio all’allora stadio Comunale: Torino-Tirol Innsbruck 0-0. Era la squadra di Junior e Dossena, con Zaccarelli, Cravero e Giacomo Ferri. Al ritorno in Austria fummo sconfitti 2-1 dall’arbitro Erik Fredriksson, ma è un’altra storia. Ho scoperto recentemente che altri l’hanno definita del viaggiatore e pur non avendo notato questa enorme quantità di appunti di viaggio ho optato per il nome più comune.
Una delle stanze più belle della casa del viaggiatore è sicuramente la camera da letto al piano superiore: ci sono diversi oggetti interessanti, un quadro stranissimo, un calzatura tipicamente orientale e un particolare copriletto di lana: avevo già visto altre foto di questa stanza, ma con il materasso in vista. Qualche arredatore deve aver controllato nel baule e, trovato il copriletto, ha deciso di utilizzarlo per rendere più affascinante l’ambiente. Non escludo che anche altri oggetti siano stati inseriti in modo strategico a scopo fotografico: non sarebbe la prima volta, il rutilante mondo della scenografia è giunto anche in queste lande desolate.
Ieri sera è tornato lo spettacolo musicale con i palloni aerostatici illuminati a ritmo di Cartoni Animati. Light Glow, quindi, inteso come più semplice e leggero: solo 4 mongolfiere in campo e niente fasci di luce. Kika, Baby Chicken, Gnome e Mr.Owl hanno animato la serata, uno spettacolo pensato soprattutto per i più piccoli, oppure per grandi rimasti bambini come il sottoscritto (e infatti ho apprezzato). Rispetto alla sera precedente è stato più semplice: tanto pubblico, meno gente sul campo, meno problemi di illuminazione. Il freddo sempre uguale. :-)
E poi nel pomeriggio del secondo giorno è spuntato, contro tutte le previsioni, anche il sole. Timido, sia chiaro, laggiù verso Est. E l’ambiente è diventato subito più interessante e fotogenico, fattore importante perché la giornata di domenica è stata caratterizzata da un pubblico numeroso, non saprei calcolare l’affluenza, ma sicuramente diverse migliaia di persone (fra cui tanti amici e conoscenti) e il colpo d’occhio dall’alto dei cieli è stato incredibile. Il grande problema del raduno è il clima, a Gennaio è facile che le giornate non siano strepitose e per un evento di questa bellezza dipendere in modo così importante dalle previsioni del tempo è una spada di Damocle non indifferente. Il freddo siberiano è un altro discorso ancora: è intoccabile.
Riuscire a fotografare le mongolfiere, in volo, con lo sfondo di Mondovì Piazza è un evento sempre molto raro. Quando ieri ci siamo alzati con la mongolfiera sinceramente nemmeno ci speravo: direzione del vento, nuvolosità molto bassa e foschia non fornivano le giuste sensazioni. Poi non so perché, e non ricordo nemmeno quando, è uscito questo scatto, l’unico della giornata. Un autentico, e insperato, colpo di fortuna che fortunatamente (perdonatemi il gioco di parole) sono riuscito a cogliere. Anche in questo caso ho enfatizzato i colori in modo molto leggero. :-)