Nascosta tra le colline del Piemonte, giace una struttura imponente e misteriosa conosciuta nel mondo urbex come La Villa della Grande Muraglia. Questa dimora, una volta maestosa, è ora avvolta dal silenzio e dall’incuria del tempo, ma i suoi interni raccontano una storia affascinante di cultura e bellezza. Appena si varca la soglia d’ingresso della villa, si è accolti da una collezione di oggetti che sembrano trasportare direttamente in Cina. Vasi di porcellana, tra cui alcuni con elaborate scene di combattimento, sono sparsi sui mobili, mentre il celebre maneki-neko, il gatto con la zampa alzata che porta fortuna, sembra ancora invitare la prosperità nonostante la decadenza circostante. Statuine di legno, l’immancabile acqua di Lourdes, piatti di ceramica, una strana maschera indonesiana, insieme a quadri che raffigurano scene di vita cinese, adornano i mobili e le pareti, creando un ambiente che mescola il fascino orientale con l’abbandono occidentale.
Al centro della villa, una sala cattura l’attenzione per la sua bellezza decadente. Qui, un soffitto affrescato con angeli sospesi in cielo e motivi floreali, ormai sbiaditi dal tempo, racconta storie di un’epoca tardo medioevale. Ogni pennellata sembra ancora viva, i colori sono intensi, nonostante il trascorrere del tempo, le crepe e il degrado. Poco oltre si trova lo studio, rimasto come se il proprietario fosse appena uscito. Libri di viaggi e romanzi con le pagine ingiallite, si accumulano sugli scaffali di legno. In mezzo alla stanza, un bellissimo aspirapolvere Lincoln d’epoca, un reperto tecnologico che ricorda la metà del secolo scorso. Le camere da letto, sparpagliate per la villa, mantengono un’aria di eleganza perduta e vintage, con letti imponenti e mobili intarsiati, quadri, foto, e tutti i ricordi testimoni silenziosi di un passato glorioso e destinato all’oblio.
Per raccontare questa villa sono dovuto tornare due volte perché la prima non è stata sufficiente: la quantità di oggetti da descrivere è impressionante, ogni porta che si apre nasconde una nuova scoperta, una meraviglia, un’emozione. Ho immaginato il salotto con il camino accesso e la musica uscire dai tasti del pianoforte, ho percepito fra le pareti della sala da pranzo il profumo del minestrone provenire dalla cucina. La Villa della Grande Muraglia non è solo una casa abbandonata; è una capsula temporale che custodisce la fusione di due culture, un luogo dove il tempo si è fermato, lasciando dietro di sé un enigma avvolto nella bellezza e nella polvere.
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